Dopo lunga attesa, ieri sera è arrivato il libro. Cioé, proprio il libro. Non un'immagine scattata con il telefonino o una mail con la copertina. Proprio il libro in carta e ossa.
Io ho mantenuto il mio consueto contegno. Quando la casa editrice mi ha comunicato che me l'avrebbero consegnato il giorno dopo (era martedì sera), sono uscita subito di casa ad aspettare il corriere. Poi mio marito (Giulio) è riuscito a farmi ragionare e sono rientrata in casa congelata.
Ieri ho fatto la vedetta per quasi tutto il dì. Abito in collina e da casa, adesso che gli alberi hanno abbandonato le foglie (gli alberi, si sa, son strambi, girano in costume d'inverno e con il cappotto d'estate), vedo la strada che porta al mio cancello. Ogni fruscio e ogni foglia che cadeva, esultavo pensando che fosse il furgone con il libro e invece no.
Ho chiesto aiuto a Baba Jaga (il cane) per quando non potevo stare fuori io, ma niente. Jaga è un cane emotivo, abbaia a tutto quello che a suo dire invade il territorio, fosse anche un aereo nel cielo.
La giornata è scivolata via in un'attesa densa. Per fortuna, un impegno di lavoro mi ha permesso di staccarmi un po'.
E poi, quando ormai ogni speranza era andata, ecco che il campanello suona. Giulio corre al cancello (io ero in casa con il bimbo che friggevo) e chi ti trova? Affannato, con il cappello un po' calato sugli occhi e una mano a tenersi la schiena: Babbo Natale in persona, con la slitta e le renne eleganti (e un tantino altere) che sbuffavano per il lavoro extra.
"Son passato io, perché il corriere non ce la faceva e avevamo paura che Daisy facesse una crisi. Ci rivediamo poi il 24, se tutto va bene" spiega Babbo Natale a un Giulio stupefatto.
Poi la slitta si è alzata in cielo tra una pioggia di luci e Babbo Natale se ne è tornato al Polo Nord.
Fine
evviva!!!!!!!!!
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