Di ritorno dalle vacanza, concedetemi una piccola riflessione, banale e limitata.
Le notizie odierne sui profughi siriani riportano (e ce n'è sempre bisogno) l'attenzione sul tema dell'immigrazione clandestina e non.
Sono tornata da alcuni giorni di vacanza in un campeggio. Il campeggio è un luogo nel quale tu disponi di pochissimo spazio privato che viene compensato da spazi ampi e servizi che sono di tutti. Appena ti azzardi a fare qualcosa che possa daneggiare ciò che è di tutti, vieni ripreso e riportato all'ordine. Infatti, pur essendo in Italia, non c'è sporcizia per terra nonostante la scarsa presenza di bidoni dell'immondizia.
Premettendo che non credo che questa sia la situazione in tutti i campeggi, la riflessione è questa: più sentiamo nostro quel che è di tutti, più lo rispettiamo e ne abbiamo cura, vigilando che tutti facciano lo stesso.
(Mi verrebbe anche da aggiungere che più troviamo luoghi curati, più siamo incentivati a trattarli bene).
Allora forse le persone che arrivano nel nostro Paese, andrebbero stimolate a sentirsi a casa e a sentire loro quel che è di tutti, così ne avrebbero cura e lo valorizzerebbero.
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