"Non mi avresti cercato se non mi avessi già trovato". Sono parole di Pascal.
Parlano dell'eterna ricerca di qualcosa o qualcuno che, in realtà, abbiamo già trovato. Tanta strada, tante situazioni vissute cercando ciò che portiamo già dentro perché, se non fosse così, non saremmo mai partiti a cercare.
Dicono dell'immensità che portiamo dentro a nostra insaputa e della nostra continua smania di ritrovamento.
Ma ci dicono anche che la persona più detestabile e quella che maggiormente ammiriamo hanno qualcosa in comune: noi.
Cerchiamo e troviamo negli altri quello che ci appartiene di più, nel bene e nel male.
Così ci dobbiamo rassegnare: siamo anche noi meschini, inetti e chi più ne ha più ne metta, ma siamo anche meravigliosi, spettacolari e prodigiosi quanto le stelle.
Ho aperto con Pascal, ma chiudo con Walt Whitman.
"Io mi contraddico. Sono ampio. Contengo moltitudini."
Dicono dell'immensità che portiamo dentro a nostra insaputa e della nostra continua smania di ritrovamento.
Ma ci dicono anche che la persona più detestabile e quella che maggiormente ammiriamo hanno qualcosa in comune: noi.
Cerchiamo e troviamo negli altri quello che ci appartiene di più, nel bene e nel male.
Così ci dobbiamo rassegnare: siamo anche noi meschini, inetti e chi più ne ha più ne metta, ma siamo anche meravigliosi, spettacolari e prodigiosi quanto le stelle.
Ho aperto con Pascal, ma chiudo con Walt Whitman.
"Io mi contraddico. Sono ampio. Contengo moltitudini."
"Contengo moltitudini": è questa la scoperta più bella di questi ultimi anni ed anche la più sconcertante. Siamo tutto e il contrario di tutto. Camminare lungo la nostra strada accettando queste contraddizioni e queste preziose moltitudini che sono in noi è faticoso ma anche favoloso.
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