Questo pomeriggio abbiamo portato Esteban a visitare il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Finalmente è giunto il momento di usare la scusa di portare il bimbo a vedere cose istruttive per poter visitare io luoghi che ancora non avevo visto. Al Museo in questione non ero mai stata da quando mi sono trasferita a Torino.
Non eravamo ancora entrati nelle sale espositive vere e proprie, che mi sono trovata davanti una tigre a grandezza naturale ... imbalsamata.
Non mi spenderò qui a dire quanto mi facciano pena gli animali imbalsamati (la tigre era pure un reperto storico, perché era lì dalla metà dell'800 circa) e quanto apprezzi l'aver capito che adesso gli animali imbalsamati sono morti per causa naturali.
No, quello che volevo dire è che non riuscivo a muovermi da lì. Esteban e Giulio erano andati avanti e io non facevo altro che dire: "Ma è davvero grande!", guardando la tigre. Era davvero, ma davvero grande.
Quando mi sono schiodata da lì, è stata la volta del bisonte, poi dell'elefante e dell'alce. Mi bloccavo puntualmente a bocca aperta. Non me li immaginavo così grandi!
Non frequento gli zoo per scelta e nei miei viaggi non li ho mai incontrati, e quindi non avevo mai visto questi animali vivi.
E allora? direte voi. E allora, tutte le volte che mi trovo di fronte una statua molto più grande di me ho la stessa reazione: spalanco la bocca e rimango ammirata.
La mia immaginazione galoppa. Cosa si prova ad abbracciare una tigre di quelle dimensioni? e a camminarle a fianco? (E a esserne divorati? Direte voi.) I miei libri sono pieni di queste fantasie.
La mia immaginazione galoppa. Cosa si prova ad abbracciare una tigre di quelle dimensioni? e a camminarle a fianco? (E a esserne divorati? Direte voi.) I miei libri sono pieni di queste fantasie.
Vedere qualcosa che ha fattezze animali o umane così imponenti mi fa sentire piccola, ma non è solo questo. C'è qualcosa di ancestrale, di numinoso, di magnifico e sacro.
Probabilmente ha a che vedere con la nostra memoria millenaria (ci dimentichiamo cosa abbiamo mangiato a pranzo, ma se vedessimo un dinosauro ci ricorderemmo cosa fare - lo dicono tutti gli evoluzionisti).
Mi capita la stessa cosa quando vedo rappresentazioni di pianeti. Avete mai visto quanto piccola sia la Terra confrontata con gli altri pianeti del sistema solare? Se ne avete voglia, andate a dare una sbirciata, è una cosa che rimette tutto in una prospettiva diversa.
Ecco, questo è il punto: la prospettiva. Guardare cose molto più grandi, mi mette in una prospettiva che mi fa stare bene, perché le mie pene quotidiane sfumano davanti all'immenso.
E c'è un'altra riflessione che mi riempie di gioia: pensare che io posso sentirmi in comunione con la tigre, con la Nike di Samotracia (anche dal Louvre non riuscivano più a farmi uscire), con Giove, con la Galassia, ma ... anche con una formica o con una patata.
Perché siamo tutti fatti di energia.
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