Dietro la coltre di nebbia che le innumerevoli sigarette che stai fumando innalzano intorno a noi, mi dici con leggerezza, ma con attenzione alle pause per creare il giusto effetto, che conosci gente influente che può farmi ottenere quel che tu desideri.
Dalle prime parole che hai pronunciato, è iniziato il tuo esercizio del potere.
No, non temere, non ti giudico per questo. Tutti esercitiamo (chi più chi meno) una nostra forma di potere (a volte occulta, a volte esplicita).
Per buona parte della nostra conversazione, la tua maschera ha retto molto bene. Con destrezza, hai tessuto un filo tra di noi, sul quale io avrei dovuto camminare come una sonnanbula per passare dalla tua parte e cadere poi nella trappola che tu avevi preparato per tempo.
Mi hai parlato del bene comune, dell'esigenza di fare in fretta, mi hai passato una bustina di zucchero che profumatava di un veleno che conosco bene: il senso di colpa.
Probabilmente, mi hai inquadrata nel primo istante in cui mi hai vista e avrai concluso che ero fin troppo facile da catturare.
Adesso è il momento di controllare che tutto sia a posto e sbirci la mia posizione sul filo.
Ma ... un momento ... sorpresa! Io sul filo non ci sono. Sono ancora seduta dov'ero prima e continuo a guardarti con l'espressione dolce e comprensiva che Madre Natura mi ha dato in dotazione.
Quella stessa espressione che temo ti abbia fatto fare il primo errore di valutazione.
Mi scuso, non lo faccio a posta. E poi io sono davvero una persona tendenzialmente gentile, dolce e comprensiva, anche se questo non significa che mi piaccia essere manovrata ( e questo è stato il tuo secondo errore).
Il disappunto causato dalla mia resistenza provoca un brivido alle tue narici, ma non ti arrendi. Forse sono solo dura di comprendonio, così, "parladomi con franchezza", mi rispieghi con maggiore energia il punto. Nel farlo, però, ti agiti troppo e un pezzo della maschera si scolla. Un angolo penzolante rivela la pelle squamata e verde, la tua vera pelle.
Se tu avessi ascoltato le mie parole e preso in considerazione la mia posizione da subito, adesso non ci troveremmo a questo punto.
La maschera scivola ancora un po' e la tua condizione è ormai evidente. Dietro il bene comune si intravede l'interesse personale e dietro la mia espressione gentile comincia a delinearsi la posizione di una persona che non ha intenzione di darti ragione o di fare quel che desideri solo perché conosci i potenti.
Piano piano molli la presa. Ci congediamo e tu tra un paio di minuti mi avrei dimenticata, perché non ti servo più.
Io invece mi ricorderò di te.
No, non è una minaccia (non mi piacciono le minacce).
Prendila come una promessa.
Abbiate cura di voi ... e del vostro esercizio del potere.
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