giovedì 15 gennaio 2015

Dimmi: sei stato bravo?

Tra le espressioni riferite all'infanzia, quelle che mi lasciano più perplessa sono legate alla parola "bravo/a".
Lo so, è un'espressione che sottintende molte cose, non necessariamente un giudizio sulla persona.
"Sei stato bravo/a?" Si chiede continuamente ai bambini. 
"E' bravo/a?" Si chiede alle mamme e ai papà, anche riferendosi a bambini di pochi giorni.
Ma io mi domando, e vorrei che qualcuno mi rispondesse: come fa un bambino a essere bravo o non bravo?
E' bravo se non fa i capricci? Se gli va bene tutto quello che gli viene proposto senza fare una grinza? E cosa sono  i capricci?
Tante domande oggi!.
A preoccuparmi, è anche l'assoluto che sembra nascondersi dietro questo aggettivo. Se uno è bravo, lo è in tutto, se uno non lo è, sorge il dubbio che possa non esserlo mai nella sua vita.
Queste cinque innoque letterine, ne celano altre cinque. "Buono" o "buona".
Una valutazione sull'essere di un individuo agganciata alle azioni che uno compie.
Quello che si vorrebbe, è che i bimbi fossero "buoni".
Sono buoni o bravi a pochi mesi se: mangiano a orari precisi, dormono quanto vorremmo noi (non importa che il ritmo sonno/veglia nell'essere umano si stabilizzi a tre anni circa) ed evitano di piangere se qualcosa li diturba, fosse anche il mal di pancia.
A pochi anni sono bravi se: vengono quando li chiami, mangiano composti a tavola, non urlano, non sporcano, non si sporcano, si rivolgono a tutti con espressioni amorevoli e toni angelici, non corrono tranne quando li si porta in spazi adeguati (un po' come i cani insomma). E questa lista potrebbe continuare un bel po'.
Ho visto bimbi abbassare gli occhi, vergognosi attendendo la risposta dei genitori alla famigerata domanda: "E questo bambino è bravo?"
Perchè nessuno può essere bravo, nessuno di noi ce l'ha mai fatta ad esserlo. E' un traguardo irraggiungibile, un'aspettativa impossibile da sostenere che ti grava sulla testa anche quando sei adulto.
Tutte le volte che non sei all'altezza dei compiti che ti vengono assegnati, quando ti scappa di dire quello che pensi in maniera poco opportuna, quando non incarni perfettamente il ruolo, quando sei troppo sopra le righe o sotto.
Così nascono le "brave mamme" e i "bravi papà", e così soccombono quelli che non riescono a rientrare in questa rosa di eletti.
La sera, una volta spenta la luce e infilate le stanche membra sotto le coperte, un'ombra silenziosa si accosta al nostro letto e si china su di noi premurosa. Controlla che i nostri occhi siano chiusi, che ci siamo lavati i denti, e a quel punto ci domanda perfida: "Dimmi, sei stato bravo oggi?"
Abbiate cura di voi bambini cattivi!


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