giovedì 16 ottobre 2014

M

In manicomio che non avevi diciotto anni.
Cercare di sopravvivere.
Rubare per aver qualcosa di tuo, rubare per colmare il vuoto.
Sigarette, pennarelli, carta, cibo.
La sera, la perquisizione e poi nello stanzino di contenzione ad aspettare il mattino.
I farmaci, le botte.
Gambe divericate e mani al muro, nudo mentre ti bagnano con una canna d'acqua.
Muoversi furtivi, quasi senza toccare terra.
Tutto quello che possiedi lo porti con te.
Il cambiamento.
Conoscere persone che ti parlano in modo diverso, che ti parlano.
Una casa nuova nel manicomio.
Sconcertato, più di quanto lo siano gli altri nel conoscere la tua storia.
Letto nuovo, coperte, lenzuola colorare.
Abiti nuovi.
Fughe, botte, ancora furti,  perché è più forte di te.
Un paio d'anni  e tre TSO prima di decidere che vuoi restare lì, in quella casa diversa.
Decidere di fidarti.
Farti amare per quello che sei.
Andare in giro, andare al mare.
La mattina, bere un caffé e fumare una sigaretta vicino al lago.
La sera, allungare le braccia come un bambino e farsi dare un bacio prima di dormire.
La malattia, beffarda.
Resistere, sopportare il dolore, farti accudire da persone che ormai ti amano tanto.
Una visita veloce per salutarti, prima che sia troppo tardi.
Un ultimo bacio.
Un fiore il giorno del tuo funerale.
Ciao

Abbiate cura di voi e delle persone che hanno segnato la vostra crescita.

1 commento:

  1. Non siamo mai pronti a lasciarli andare, a salutarli. In qualche modo hanno segnato la nostra essenza oltre che il nostro agire.
    Porterò sempre con me il ricordo dei suoi occhi così vivi.
    Resterà segno della nostra incapacità di accogliere l'altro ma anche della voglia di vivere che alla fine può vincere su tutto.
    Un ultimo bacio.

    RispondiElimina