martedì 21 gennaio 2014

Il mondo editoriale capovolto

Ho sognato un mondo editoriale capovolto, nel quale gli editori vagano infreddoliti per le strade, ricoperti di un pesante e cencioso mantello marrone, alla ricerca di un esordiente che volesse concedere loro il privilegio di pubblicare una sua opera.
I grandi scrittori hanno smesso di cedere i loro scritti per solidarietà con i meno fortunati, per protesta contro un mercato che pubblica quel che vende e non quel che vale. 
(Lo so, state pensando che non si può vendere qualcosa che nessuno compra. Certo, ma anche condizionare le persone facendo trovare nelle librerie solo schifezze approvate dal sistema non è una bella cosa! Andiamo avanti ...)
Gli scrittori "commerciali-commerciabili-commestibili" sono stati inceneriti e spazzati via da una bufera.
Nelle strade deserte, un editore cammina solo, al buio. Vede una casa illuminata e si avvicina fiducioso. A quella porta non ha ancora bussato, forse lì si nasconde un vero esordiente.
Bussa timidamente e una luce calda gli illumina il viso, quando un uomo gli apre la porta.
"Sì?" 
"Buonasera, signore. Sono un umile editore e cerco esordienti".
L'uomo sorride bonario. "Ma lo sanno tutti che non ce ne sono più. Li avete fatti estinguere".
L'editore abbassa il capo mortificato. E' vero, li avevano eliminati tutti a furia di rifiuti.
Stava per andarsene, quando notò quello che l'uomo reggeva in mano: un foglio ... scritto!
Trascinato dall'entusiasmo, cerca di afferrare il pezzo di carta, ma l'uomo lo sposta velocemente. "Cosa pensa di fare?"
"Vi prego, solo una sbirciatina" supplica l'editore.
"Ma è solo la lista della spesa" obietta l'uomo.
"Nella mia vita ho pubblicato cose molto meno interesssanti, mi creda" ammette l'editore.
"E ne vediamo i risultati! Buonanotte, signore"
L'uomo chiude la porta e l'editore si ritrova di nuovo al buio, perduto.
Sulla strada altri come lui.

Sento un rumore alla porta e vado a vedere chi è.
Mi trovo davanti due occhi per nulla mortificati, che non mi chiedono certo di poter leggere quello che ho scritto, gli occhi del cane che ho dimenticato in giardino.
"Dai, entra" dico con un sospiro.

Abbiate cura di voi! ... e di quello che scrivete.

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